Dopo una serie di articoli... civettuoli sul loro utilizzo nel mondo di oggi, vorrei proporvi un piccolo percorso di approfondimento, per capire meglio cosa sono e come si fanno i vari tipi di merletto. Inizio con quello più bello, difficile e prezioso: il merletto ad ago.
Il merletto ad ago, presente in molte regioni italiane in varie forme e con vari nomi, affonda le sue radici nell'arte del ricamo ed in particolare del reticello: una tecnica di ricamo sfilato in cui, lasciando solo pochi fili del tessuto originario come sostegno e sfilando e togliendo tutti gli altri, si ricostruisce parzialmente il tessuto costruendo con ago e filo una serie di motivi decorativi prevalentemente geometrici, ma che possono essere anche molto complessi.
Secondo un'opinione ormai consolidata, il merletto ad ago nasce nel momento in cui, invece di sfilare il tessuto per ottenere i pochi fili necessari a sostenere il lavoro, si parte dal solo filo per creare i passaggi di sostegno appoggiandosi ad un supporto (oggi spesso si usa il cartoncino) che viene eliminato alla fine del lavoro. Il merletto viene poi applicato al tessuto, o comunque utilizzato per il suo scopo.
Il fatto di partire non dai fili di ordito e di trama del tessuto ma da fili e punti di appoggio consente di non limitarsi a disegnare con l'ago motivi geometrici, ma di spaziare con le linee del disegno e la fantasia. Si possono creare, volendo, anche effetti tridimensionali, come avvenne per esempio nel famoso Gros Point de Venise, un merletto "scultoreo" il cui successo nelle corti europee fece la fortuna di Venezia nel corso del XVII secolo.
L'utilizzo di un supporto e di fili d'appoggio rappresenta una tecnica comune alla maggior parte dei merletti ad ago presenti nel nostro Paese: dal pizzo di Burano (in cui il lavoro è appoggiato ad un cuscino, il che permette di avere entrambe le mani libere per guidare il filo) all'Aemilia Ars e al pizzo di Maglie (in cui si lavora tenendo in mano il supporto, costituito in genere da più strati di cartoncino sottostanti il disegno).
Un'eccezione è rappresentata dal puncetto, o punto saraceno, che ha un'origine e una tecnica diversa. Si tratta infatti di un merletto di origine araba che troviamo in Valsesia, dove viene utilizzato per decorare vari elementi del costume tradizionale. Si lavora in mano, senza un disegno sottostante, formando con l'ago una serie di piccolissimi nodi, in giri di andata e di ritorno, che vanno a comporre disegni di tipo geometrico.
Capolavori di destrezza, dunque, minutissimi e preziosi, creati ancora oggi da un manipolo di professioniste e appassionate, con pazienza, ma soprattutto con amore.
a cura di Alessandra Caputo
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