L’uncinetto ai più ricorda manufatti di pregio della tradizione, accuratamente lavorati a mano per decorare tovaglie da tavola e copriletti, spesso realizzati nel colore base del cotone. Sono immagini che fanno parte dell’immaginario collettivo e che ognuno di noi conosce bene perché probabilmente ne ha ricevuto uno in regalo da un parente. Recentemente il suo utilizzo è stato completamente rivisitato in un movimento artistico di street art nato nel 2005 negli Stati Uniti e poi diffuso rapidamente nel mondo: si tratta dello Yarn Bombing, noto anche come Urban Knitting, tramite cui artigiani e artisti si uniscono a creare coloratissime opere con cui rivestire letteralmente arredi urbani come panche, lampioni, piazze. Il risultato è sorprendente e di sicuro impatto visivo.
Dal 2012 circa in avanti, sulla scia di questo movimento artistico, sono nate anche in Italia moltissimi Knit cafe, in cui gli appassionati dell’uncinetto si riuniscono per sferruzzare insieme davanti a una calda tazza di tè. Nel frattempo associazioni di settore (ne avevamo già parlato qui) e Saloni della creatività cominciano ad interessarsi a questa nuova tendenza creativa e a mostrare nei loro spazi incredibili mostre. Si vengono così a scoprire nuovi talenti e Artisti capaci di creare nuovi linguaggi visivi grazie al crochet. Alcuni già conosciuti all’estero, altri ancora sperimentali ma di notevole interesse.
Luisa De Santi è una delle migliori esponenti del crochet italiano.
Con i suoi lavori ha completamente stravolto l’uso tradizionale dell’uncinetto, osando con colori audaci e forme tridimensionali tramite cui costruisce interi scenari. Nel 2013 mi è capitato di vedere in mostra alcuni suoi lavori a Vicenza e da allora non ho smesso di seguirla. Ho deciso così di contattarla ed è nata l’intervista che segue grazie alla quale abbiamo modo di conoscere il suo percorso e i suoi lavori.
1. Nel 2013 hai esposto a Vicenza con una esposizione memorabile. Vuoi raccontarci?
Nel 2013 l'allora art director di Abilmente a Vicenza, uno dei saloni dedicati alla manualità creativa più importante a livello europeo, ebbe l'idea. Il progetto prevedeva presentare al pubblico una panoramica di arte Tessile non convenzionale, dando spazio ai miei lavori anche all'interno del tessuto cittadino. Ecco quindi nascere una mostra all'interno delle sale di Palazzo Bonin Longare e una serie di interventi nelle vetrine delle più importanti boutique del centro in compagnia della collega artista Roveda. È stata un'esperienza estremamente interessante, soprattutto è stato molto utile poter raccogliere a caldo reazioni e commenti da parte del pubblico.
2. Quando hai iniziato a creare figure tridimensionali?
Se parliamo di crochet soft sculpture ho iniziato alla fine del secolo scorso. Detto così fa impressione, ma si tratta solamente di una ventina d'anni fa.
3. Cosa raccontano le tue Creature Vegetali?
Parlano di ipotesi di esistenze, in bilico tra essere vegetale ed essere animale. Né l'uno né l'altro ed entrambi allo stesso tempo. Sono esseri viventi completamente snaturati, ma allo stesso tempo riconoscibili nei dettagli o nel colpo d'occhio.
Le forme rotonde sono forme rassicuranti, così come le tecniche che utilizzo sono riconoscibili e riconducibili ad atmosfere familiari. Credo che questa dualità sia interessante da esplorare.
4. L'uso vivace del colore è senz'altro una caratteristica importante nelle tue opere. Come si svolge il momento di creazione della palette colori?
È un lavoro di completa e totale improvvisazione. Io non realizzo schizzi o disegni preparatori: parto da colori, materiali e dalle suggestioni che essi mi comunicano e creo. Certamente nella scelta dei colori mi lascio guidare dalla sensazione del momento, ma anche dal mio gusto personale.
I colori sono fondamentali nel mio lavoro, ho sempre bisogno di avere tanti materiali sul mio tavolo.
5. Quali tecniche preferisci usare?
Tutto ciò che riguarda la manipolazione e combinazione dei filati: intrecci e nodi, ma anche (in tante mie serie soprattutto) il tricot ed il crochet. Amo anche il ricamo e le sovrapposizioni di punti e materiali quali plastica, riciclo, tessuti.
6. Quali materiali e strumenti consigli a chi volesse cominciare a creare con l'uncinetto?
Direi di scegliere filati di grande spessore in modo da poter iniziare senza troppe difficoltà. Un cotone grosso ed un colore 'facile', che non stanchi gli occhi. Consiglio anche di lasciare perdere i video tutorial, almeno per i primi rudimenti, ma cercare invece una persona in carne ed ossa da cui poter imparare.
7. I tuoi lavori sono stati oggetto di importanti esposizioni in Italia, in Francia e in Australia. Quale ti è rimasta nel cuore?
La prima in assoluto in Australia. È stato piacevole e divertente allo stesso tempo scoprire che lavori che qui in Italia non erano ancora considerati o giudicati poco più che "carini" o "curiosi" altrove fossero invece così apprezzati. È stata una piacevole sorpresa e un importante step per me nel capire quello che stavo facendo.
8. Quanta energia scatena partecipare ad un evento di Yarn Bombing dove la propria creatività incontra quella di centinaia di altre persone in un unico lavoro?
È senz'altro un'esperienza esaltante. Il percorso inizia mesi e mesi prima dell'installazione e nel corso dei lavori si creano sinergie e alleanze emotive molto forti tra le partecipanti. Certo, l'installazione è il momento culminante ed è un'emozione intensa vedere realizzata l'idea, ma ci si arriva portando con sé il bagaglio di mesi e mesi di condivisione e contatto stretto con tutte le partecipanti. Un carico emotivo grande per me che sono abituata a lavorare da sola.
9. Nel corso della tua carriera le opere tessili sono diventati gioielli, esposti al Pitti e venduti in boutique di nicchia. Raccontaci il progetto.
Nel 2009 pubblicai per la prima volta un piccolo libro sui miei gioielli crochet morbidi, modulari e ricamati. Inviai una copia all'organizzazione dell'allora Claudnine, Neozone e White, tre piccoli saloni dedicati a creazioni di nicchia, organizzati da Pitti Immagine. Con mia grande sorpresa fui immediatamente invitata a partecipare ad uno di essi. Fu interessante conoscere persone e realtà completamente lontane sia dalla mia esperienza fino a quel momento sia dal mio mondo. Fu anche una vera e propria sfacchinata. A quell'occasione ne seguì una seconda la stagione seguente e fu senz'altro gratificante trovare così tanto apprezzamento per quelle piccole opere "da passeggio". Mi divertii anche parecchio ovviamente!
10. E' cosa rara vedere un artista condividere tecniche e consigli con gli altri. Come è nata l'idea di pubblicare il libro "Gioielli all'uncinetto"?
Lo pubblicai a seguito del grande successo ottenuto da quel primo libricino del 2009, di cui ho appena parlato. Ne sono seguiti altri negli anni successivi, dedicati a chi ricerca progetti crochet un po' fuori dal comune: dalle bambole ai fiori decorativi tridimensionali al patchwork di punti fantasia super colorati e di gusto moderno. In Magie di Filo (l'ultimo nato) è possibile approfondire il discorso sul mio gioiello crochet: il volume oltre a monili da poter copiare, offre al pubblico una panoramica di mie sculture morbide da cui io stessa traggo ispirazione ed un'interessante introduzione della nota storica e critico del gioiello Bianca Cappello. Colgo l'occasione per ringraziarla per la sua gentilezza e grande disponibilità.
Quanto all'insegnare posso dire che è un'attività che amo molto da sempre. Trovo sia giusto tramandare ciò che si conosce e divulgare ciò che si inventa. È un'attività molto coinvolgente e devo dire anche di grande dispendio di energie. Come ho avuto modo di dire già il lavoro creativo necessita di concentrazione, dedizione, disciplina e solitudine, difficilmente conciliabili a volte con l'allegra confusione caotica del lavoro di laboratorio, corsi e workshop.
Ho passato anni alternando le due attività. Per il futuro ho in programma di sospendere l'insegnamento per concentrarmi maggiormente sull'attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo tecnico.
a cura di Serena Ciarcià
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