STORIA DELLA CERAMICA DI DERUTA – LA FAMA DEL 1500

Il periodo più ricco per Deruta fu senza dubbio il sedicesimo secolo, quando i suoi artigiani parteciparono, sebbene di riflesso, al clima di rivoluzione artistica e culturale del Rinascimento. Si va delineando un vero e proprio “stile derutese” basato sull’adozione di motivi decorativi propri della tradizione pittorica umbra rinascimentale, in particolare del Perugino, Pinturicchio e di Raffaello che si posero al centro di un intenso movimento artistico e commerciale mutuati anche dagli intensi rapporti con la comunità perugina. In particolar modo diviene popolare il famoso decoro  a Raffaellesco, simbolo della produzione derutese.

 

Agli inizi del secolo, Raffaello dipinse una serie di affreschi a decorazione di una Loggia Vaticana.  I ceramisti derutesi, seppur non avendo visto di persona tali affreschi, ne furono a conoscenza grazie a stampe ed i motivi grotteschi presero vita nelle loro ceramiche. Il Raffaellesco e il Ricco Deruta sono sicuramente le decorazioni che stanno facendo la storia attuale di Deruta, anche se ovviamente si può dare via libera a qualsiasi fantasia. E' possibile realizzare queste due decorazioni su una varietà interminabile di oggetti.

 

Nel secolo XVII la majolica derutese subì un profondo cambiamento nel gusto e nella destinazione sociale delle opere. La produzione sembra evolversi verso normali prodotti di routine. Le forme diventano più mosse, con baccellature e applicazioni plastiche di notevole fantasia: saliere a forma di conchiglia o a bauletto, coppe “bevi se puoi”, fischietti a forma di foglia, calamai.

 

E’ comunque nel corso del Seicento che si vanno definendo caratteristiche tipologie decorative, di origine cinquecentesca, come le “grottesche”, e gli “arabeschi”, motivi ancora oggi usati e fortemente distintivi della majolica derutese. Singolare e intensa è la produzione di mattonelle votive del Santuario della Madonna dei Bagni, il cui culto fu istituito ufficialmente nel 1657 quando, come si racconta, un certo Cristoforo di Filippo di Casalina raccolse ed attaccò tra due rami di una quercia l’immagine della Madonna con il Bambino, raffigurata sul fondo di una tazza di majolica trovata a terra mentre camminava.

 

Cristoforo, che aveva la moglie molto malata, passando davanti all’immagine pregò la Madonna supplicandola di guarirgli la moglie. L’uomo tornato a casa trovò la moglie guarita e per ringraziare la Madonna per aver ascoltato le sue preghiere pose sulla quercia una targa votiva. Fu così che iniziò la devozione alla Madonna dei Bagni, ad oggi ancora molto sentita dagli abitanti dei paesi vicini che si recano annualmente in processione al Santuario in occasione della festa.

La Chiesaraccoglie al suo interno un’ampia raccolta di majoliche votive policrome, oltre 600, che rivestono quasi tutte le pareti, in ognuna delle quali è rappresentato un evento miracoloso. Tali formelle, che raffigurano il miracolo in uno stile naif, suscitano nei visitatori un grane interesse in quanto, oltre ad essere una testimonianza della tradizione ceramica nella zona, offrono un quadro unico sulle particolarità delle abitudini e delle tradizioni, sugli aspetti di vita ed i cambiamenti sociali intervenuti nel tempo, diventando documenti fondamentali per la storia degli usi e costumi popolari.

 

A cura di Maura Martelli,

Fabbrica Ceramiche Artistiche Torretti Deruta 


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Commenti: 1
  • #1

    Patrizio Chiucchiù (sabato, 19 dicembre 2015 10:41)

    Attenti a dare informazioni sbagliate per quel che riguarda la produzione antica di maiolica derutese. Nei secoli XV /XVI / XVII non troverete nessun oggetto di maiolica derutese decorato alla maniera raffaellesca ( Dragone ) su come lo intendiamo oggi. E' vero nel primo cinquecento cominciano a vedersi decorazioni che si ispirano alle antiche grottesche di antica produzione romana, ( Domus Area ) ma erano decorazioni comuni a molte manifatture italiane , grottesche senesi, faentine , urbinate , durantine ecc.......ma tutte molto lontane dal classico" dragone cinese " di novecentesca produzione derutese. Per ciò che riguarda il decoro cosidetto "Deruta " questo si che è peculiare della produzione derutese cinquecentesca. L'ispirazione per questa decorazione , viene senza ombra di dubbio dal nostro pittore umbro più famoso Pietro Vannucci detto il " Perugino " . Negli affreschi della sala del cambio di Perugia, un particolare elmo copre la testa di uno degli eroi greci ritratti e come svolazzo di detto elmo compare per la prima volta il " famoso decoro Deruta ".


    Chiucchiù Patrizio


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