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Mariapia Gambino ha trovato il modo di rappresentare le sue illustrazioni in maniera tridimensionale, usando la tecnica papier machè e aggiungendo il suo stile personale. Così prendono forma storie che incantano, tanto leggere da portare lo spettatore in viaggio per mondi onirici. Sono oggetti che arredano, piccole sculture in cartapesta ricchi di poesia che donano personalità a pareti e ambienti, che tingono di magia gli spazi in cui abitare.
Dopo tanti esperimenti artigianali, FattidiCarte, il brand di Mariapia, è diventato una realtà consolidata. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei d’arte, riviste di settore si sono interessati ai suoi manufatti ed è bello leggere nelle sue parole come è stata capace di trasformare una passione nel suo lavoro.
Come è nato FattidiCarte?
Nell'aprile del 2010 di una sera qualunque.
Ero smaniosa di creare qualcosa di nuovo con materiali diversi (il mio percorso di studi è legato al mondo della ceramica). Aprii il cassetto dove tenevo vari attrezzi e ci trovai un rotolo di fil di ferro e uno di nastro adesivo. Avevo anche un barattolo di colla vinilica e una serie di vecchi giornali. Iniziai a dare forma alla carta, non avevo un progetto iniziale. La carta prendeva forma, quasi fosse lei a guidare le mie mani. Nacque così il mio primissimo lavoro.
Mentre vi rispondo lo sto guardando. Sono un lui e una lei, in mezzobusto. Lui ha gli occhi chiusi e porge un cuore alla sua lei, che lo guarda con una certa serietà. Sono contenuti dentro ad un scatola di legno, che ricavai da un vecchio cassettino al quale avevo costruito attorno una cornice con le assi di una cassetta di legno, quelle della frutta per intenderci.
Mentre questo primo lavoro nasceva, sbocciava in me un desiderio. Oddio! Me lo ricordo come fosse accaduto ieri. Ricordo proprio quell'emozione, o meglio quel desiderio che cresceva e che mi sussurrava: "Sì, è questa la strada da percorrere."
Oggi è il mio lavoro, posso dirlo perché è di questo che vivo, incredibilmente. Ogni mattina mentre in bici mi dirigo verso il mio laboratorio, mi sorprendo di poter fare questo percorso.
I tuoi lavori sembrano essere illustrazioni tridimensionali. Quale tecnica utilizzi?
La tecnica è quella della cartapesta. Carta di giornali, fil di ferro e colla vinilica.
E poi tanto lavoro di modellazione e per finire il colore. Produco da me la carta e utilizzo principalmente vecchi quotidiani e colori acrilici.
Una tecnica che richiede davvero molto tempo e pazienza.
Quale libro consigli per un primo approccio con la papier machè?
Il libro che posso suggerire per avere anche un riscontro storico delle origini della cartapesta e non solo della tecnica è Storia dell'arte della cartapesta di E. Flammia, Sacco Editore. E dello stesso autore consiglio anche "Fare cartapesta e sculture di stoffa". Letture che possono servire ad avere un quadro generale della materia e a conoscere anche materiali e tecniche antiche.
Come è avvenuto il passaggio dalla ceramica alla carta?
Nella città dove ho frequentato le scuole superiori (Sciacca) oltre alla ceramica si lavora anche la cartapesta. Sciacca è una delle numerose città italiane a tradizione ceramica, ma vanta anche uno storico Carnevale e perciò quasi tutti i ceramisti della città sono dei cartapestai. Ho avuto modo di osservare, apprendere ed innamorarmi della cartapesta proprio durante quegli anni, ma solo a distanza di tempo ho riscoperto e ripreso questa tecnica. Vedere che dalla carta potevano prendere forma quelle enormi sculture mi faceva impazzire. Anche se ho dovuto reinventare e personalizzare questa tecnica, il mio lavoro infatti è su piccola scala e tecnicamente è assai diverso che costruire un carro allegorico.
Ho fatto molti esperimenti, finché ho trovato la mia tecnica personale e il mio stile. Nel periodo in cui mi sono dedicata al restauro, avevo abbandonato la ceramica. In quel momento non c'erano le condizioni ideali per continuare a lavorare con l'argilla e per necessità l'ho sostituita con la carta. La cartapesta non era una materia a me sconosciuta e immediatamente mi sono abituata a questo materiale, che mi soddisfaceva pienamente. Come le ciliegie, una tira l'altra, e così la prima creazione fu seguita da una seconda, poi da una terza fino ad essere oggi quello che è: il mio lavoro.
Alcuni tuoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei d'arte, altre pubblicate su note riviste. Qual'è la tua creazione a cui sei più legata?
Le creazioni alle quali sono affettivamente legata e che hanno dato una svolta significativa al mio lavoro, hanno rappresentato una sorta di spartiacque tra la prima fase sperimentale del mio lavoro e quella che oggi lo caratterizza; queste fanno parte di una collezione che ho realizzato nel 2016 per la mia prima importante mostra, svoltasi presso la Galleria d'Arte di Faenza. Una mostra che coinvolse altri due artisti che lavorano con la carta.
La collezione, composta inizialmente da 21 pezzi, portava il nome "Cantico delle creature".
Sei tu ad occuparti della fotografia e comunicazione del prodotto? Quali sono i canali che preferisci utilizzare?
Pur non avendo le competenze necessarie per curare al meglio tutti gli aspetti del mio lavoro, sono io ad occuparmi di tutto, con un impegno massimo che mi prende parecchie ore durante il giorno. Ore che chiaramente sacrifico al lavoro di produzione.
Il canale che mi piace maggiormente è Instagram. Facebook per esempio lo trovo superato per un lavoro come il mio, anche se parte dei miei committenti arrivano da lì. Non di meno è Pinterest, che non avevo preso abbastanza sul serio inizialmente, ma che comincia a darmi un certo riscontro. Oggi per esempio ho fatto un'intervista per una blogger francese, che mi ha scoperta proprio tramite questo canale.
Nelle tue casette sembra di rivedere le città di Italo Calvino. Quali sono i libri che più ti hanno ispirato?
Se mi poni questa domanda sicuramente avrai visto il mio lavoro ispirato a Zenobia, de Le città invisibili di I. Calvino.
Un lavoro nato per una mostra collettiva dedicata proprio alle Città di Calvino. Un invito che ho colto con grande entusiasmo perché da tempo desideravo realizzare un lavoro che prendesse ispirazione proprio da quel libro. Andare a pescare nell'immaginario dell'Autore non è così difficile, i suoi libri sono terreno fertile per chi vuole costruire nuovi mondi; il rischio è cadere nella banalizzazione iconografica dei soggetti.
Alcuni dei miei lavori sono facilmente riconducibili a letture celebri: Alice nel paese delle meraviglie di Carroll, Pinocchio di Collodi, Mary Poppins, Don Chisciotte.
Per altre invece sono andata a pescare vecchi ricordi e sogni di me bambina.
Dove è possibile acquistare i tuoi lavori?
Non ho uno shop on-line, ma comunque spedisco in tutto il mondo. Basta collegarsi ai miei profili social per vedere quello che realizzo e contattarmi. Mentre a Faenza ho una bottega dove è possibile acquistare le mie creazioni, si trova in pieno centro storico nella bellissima Piazza del Popolo al numero 16, all'interno di un delizioso cortile.
Per visitare il sito web di MariaPia Gambino, clicca qui.
a cura di Serena Ciarcià
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Chiara tazzioli (lunedì, 05 giugno 2023 12:27)
Ciao!..vorrei vedere meglio le tue creazioni e chiedo se possibile acquistare .. vorrei esporli nel mio locale
Attendo riscontro
Grazie ciao chiara 3489934545
PS Complimenti !
Gli Artigianauti (martedì, 11 luglio 2023 15:48)
Ciao, puoi contattare l'autrice delle opere, Maria Pia Gambino, cliccando nel link che trovi a fine articolo. Grazie.