STORIA DELLA CERAMICA DI DERUTA – IL PERIODO RINASCIMENTALE

Nel corso del Quattrocento iniziano ad avvertirsi alcuni cambiamenti: la decorazione è via via più ricca e la tavolozza più vasta; si aggiungono più colori, il giallo (ossido di cadmio) e l’arancio (ossido di ferro). A partire dalla metà del Secolo, quindi, i vasai derutesi accrescono la varietà del loro repertorio di motivi decorativi. Un primo fattore significativo, del quale occorre tener conto nello sviluppo delle botteghe artigiane, è la grande capacità di “modernizzazione” tecnologica rappresentata dall’invenzione degli smalti stanniferi che, dati a copertura della terracotta, forniscono un supporto bianco favorevole alla decorazione.

 

La particolare specializzazione della mono-economia derutese e la continuità produttiva nella realizzazione di grandi capolavori su maiolica fanno si che nella tecnica e nello stile di Deruta si possano riconoscere le principali tappe attraversate anche da produzioni di diversi centri ceramici dell’Italia centro settentrionale. Anticipazioni e soluzioni originali che rivivono nei lustri Rinascimentali. Deruta crocevia di esperienze artistiche e tecniche di lavorazione che qui si amalgamano in un fecondo incontro: oltre ai fiorenti ed estesi commerci è la migrazione di maestri vasai da e per Deruta che rende conti di questa ricca evoluzione.

 

Il Cinquecento è quindi secolo produttivo di originalità e di arricchimento nelle  forme e decorazioni.

Accanto agli oggetti di uso comune appaiono oggetti con caratteristiche celebrative e monumentali, le decorazioni divengono più particolareggiate ed i colori più sfumati, applicati ad oggetti e donativi secondo le usanze del tempo: le ballate, le impagliate, le coppe amatorie ed i gameli.

Nasce il piatto “da pompa” che accoglie soggetti allegorici, amorosi, scene guerresche, di caccia, simboli araldici, motivi geometrici e vegetali, squame, stilizzazioni floreali, la penna di pavone, organizzati secondo uno schema formale al quale i ceramisti derutesi sono ancora oggi fedeli e che vede la decorazione disposta in fasce concentriche parallele attorno ad una raffigurazione centrale.

 

Appare anche la tecnica del lustro metallico in oro o in rubino.

Il primo pezzo a lustro attribuito a Deruta raffigurante il Martirio di San Sebastiano è datato 1501 ed è conservato al Victoria and Albert Museum. Questa tecnica è ancora oggi ampliamente utilizzata. A tale proposito distinguiamo oggi due diverse tipologie di decorazione.

 

2 TIPOLOGIE DI DECORAZIONE

  • La prima, il cosiddetto “Stile Bizantino”, ispirata ai mosaici dell'epoca bizantina, richiede l'incisione dell'oggetto appena creato con una punta d’acciaio acuminata che, seguendo un disegno prestabilito, incide la superficie ancora fresca dell’oggetto creato: ne risulta un'immagine che appare come un vero e proprio mosaico. Il mosaico è una decorazione pavimentale o parietale formata da tante piccole pietre a forma di cubetti variamente colorate, dette tessere, o di frammenti di varia forma di pasta vitrea, terracotta, ecc., tenuti insieme da calce, cemento impastato con acqua o mastice.

Perché l'opera sia completa necessitano tre fasi di cottura: la prima fase si esegue dopo l'incisione dell'oggetto; la seconda fase dopo la colorazione e la terza fase dopo l'applicazione dell'oro. All'apertura del forno, dopo quest'ultima fase, l'opera artigianale che si presenta ai nostri occhi risulta ricca di luce e di preziosi contrasti per lo splendore dell'oro e dei suoi colori. Esempi di tale bellezza sono i mosaici delle chiese di Ravenna, Costantinopoli, Salonicco, Chios, Venezia, Palermo, Cefalu’, ecc., la cui caratteristica particolare è il fondo, di solito in oro. 

 

  • La seconda applicazione di lustro è quella dello “Stile Rubino", risultato della fusione di una decorazione classica fatta di gigli e fiori con il lustro rosso rubino che fa da fondo, il tutto completato con finiture in oro.

A cura di Maura Martelli

Fabbrica Ceramiche Artistiche Torretti Deruta


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