IL RACCONTO DEGLI ACINI D’UVA: TESSITURA SARDA A ‘PIBIONIS’

In un luogo incantato della Sardegna: L’Ogliastra, in un paese dal nome antico ‘Ulassai 4011’ ho incontrato un gruppo di donne che “sanno ciò che fanno”; con le quali ho intrapreso un’avventura lavorativa ed umana che spero continui nel tempo. La cooperativa SUMARMURI utilizza le antiche tradizioni tessili sarde per realizzare meravigliosi manufatti tessili. Le donne della cooperativa tessile, da oltre 30 anni si dedicano con passione al proprio lavoro, riproponendo con maestria le antiche tecniche di lavorazione con il telaio a mano. I loro prodotti, tutti realizzati con fibre naturali, affiancano al repertorio decorativo tipico dell’artigianato sardo, nuovi motivi sviluppati in collaborazione con designer e artisti. Nell’ambito delle collaborazioni è avvenuto il nostro incontro. Avevo visto dei lavori fatti dalla cooperativa e mi interessava lavorare con antiche tecniche tessili utilizzando disegni contemporanei.

 

Abbiamo cominciato così la nostra collaborazione: io con la mia voglia di progettare pezzi contemporanei realizzati con tecniche tessili tradizionali e loro con la competenza che le contraddistingue. Con loro ho sentito parlare per la prima volta della tecnica a “Pibionis”.

La tessitura a “pibionis” (o pigione, parola che vuol dire acino d’uva e si riferisce all’aspetto del tessuto) è tipica della Sardegna: si esegue su armatura di base a tela o più frequentemente a saia 2/2. Quando parliamo di tessuto a punto TELA intendiamo la lavorazione più frequente di un tessuto a telaio: l’intreccio tra i fili verticali (ORDITO) con i fili orizzontali (TRAMA). La SAIA è la seconda armatura base dopo la tela, ha un andamento diagonale, con un dritto e un rovescio, uno ha l’effetto di trama (si vedono i fili orizzontali) e l’altro ha l’effetto ordito (si vedono i fili verticali).

Sulla tessitura di fondo si lavorano i “pibionis” disposti seguendo un disegno prestabilito su carta quadrettata; i pibionis sono lavorati con la stessa trama del fondo, che viene manipolata in modo da formare degli anelli in rilievo secondo il disegno.

 

Si procede così: si fa una passata di trama e si lascia il passo aperto (cioè prima di passare la trama successiva, vengono formati con un ferro i pibiones); con le dita si prende il filo e lo si tira leggermente in corrispondenza dei punti segnati sul disegno: si forma così un anellino di filo che viene messo su un ferro da maglia appoggiato in orizzontale sul tessuto; si procede così fino ad aver messo sul ferro tutti gli anellini (pibionis) necessari per quella riga seguendo il disegno. Si cambia passo e si fa una passata di trama; si batte bene e si sfila il ferro. Quindi i piccoli chicchi o cappiolini formati sono fermati da un filo di trama e l’altro in modo da rimanere fermi. Vengono poi organizzati seguendo l’andamento del disegno prestabilito e l’effetto è un insieme di cappiolini o chicchi d’acini d’uva che creano un certo rilievo sul tessuto di base che rimane piatto (vedi FIG 1). Gli effetti possono essere i più vari, nel caso della mia collaborazione con la cooperativa ho cercato di utilizzare questa tecnica per realizzare disegni contemporanei (vedi FIG 2 particolare dei sassi)

 

E’ importante tener conto dei materiali usati quasi sempre lino lana o cotone e dei colori che si fondono insieme e devono essere armoniosi tra loro.

 

A cura di Susanna Cati



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