IL GIOIELLO AUTOPRODOTTO: DALL'IDEA ALLA CAMPAGNA VENDITA.

Con questo articolo vogliamo raccontarti il percorso di una collezione, dall'idea embrionale alla creazione finale.
Abbiamo chiesto ad una emergente jewelry designer, Giulia Boccafogli, di raccontarci i passi che si percorrono nella realizzazione di ogni nuovo lavoro.

 

Come nasce una tua collezione?

La nascita di una collezione per chi fa il mio lavoro è qualcosa di molto personale e differente rispetto ai marchi strutturati affermati. Mi colloco all'interno del settore delle autoproduzioni, vicino quindi al mondo dell'artigianato, ma il tentativo è quello di far conoscere il mio lavoro attraverso mezzi tipici del mondo della moda quali ad esempio cataloghi, look-book, ecc.

Le mie collezioni nascono da un impulso soggettivo e sono frutto di ispirazioni del tutto personali, non necessariamente vicine alle tendenze di stagione. In parte quindi esulo da quello che è il sistema canonico stagionale del fashion system, anche se cerco sempre di attualizzare le mie linee alle stagioni correnti rispetto alle scelte cromatiche e alle tavolozze da proporre. 

Solitamente parto da un'idea che nasce nei modi più svariati: in genere le idee nascono all'improvviso e restano in incubazione per diverso tempo, durante il quale i miei blocchi si riempiono di schizzi e il mio archivio di prototipi e modelli di prova. Dall'idea di partenza cerco sempre di estrapolare un filone principale, sul quale sviluppare poi l'intera gamma di gioielli. 

 

Una volta individuato il materiale e i colori come procedi?

Nella composizione dei modelli cerco sempre di rispettare prima di tutto il gusto creativo, adattandolo a quello che può essere il bisogno dell'ipotetica cliente, variando quindi modelli e vestibilità dei singoli gioielli. Per questa ragione cerco di studiare uno o due modelli di punta, scenografici e importanti, da accostare poi ad esempio ad alcuni modelli di collane lunghe e ad altri a girocollo. La stessa cosa per orecchini, bracciali e accessori per cappelli, qualora decida di inserirli.

Sempre sulla base dello stesso tema scelgo poi il materiale principe, materiali di contorno e cromatismi.

Non c'è una ricetta segreta valida per tutti. Io ho trovato il mio metodo e sicuramente la fase di progetto è la più importante perché più è precisa e coerente, più tutto lo sviluppo della collezione risulta armonico e facilmente comprensibile all'esterno.

 

Come ti regoli nello stabilire il quadro dei prezzi?

Una fase importante per la nascita di una collezione è la definizione dei prezzi al rivenditore e al pubblico. Io banalmente decido l'intervallo dei prezzi da modello a modello, cercando sempre di offrire scelta e di conseguenza gli schizzi e primi tentativi diventano campionario. 
Come concetto di base tendo ad avere una materia principale, una secondaria, la parte di minuteria e di catene.

Ogni pezzo va scelto tenendo conto del progetto, della realizzabilità e del costo finale che si intende abbracciare. C'è da dire poi che il mio non è un prodotto seriale, ma si tratta di pezzi unici; questo fa sì che la mia "rigidità" non sia tanto nel tipo di componente che scelgo, ma nell'aspetto armonico finale. Per questo motivo un modello di orecchini come gli Afrodite, potranno variare la tipologia delle catene presenti, pur non cambiando l'effetto finale; ciò conferisce unicità e valore aggiunto ad ogni pezzo, caratteristica molto importante nel mio settore, soprattutto quando non si fa serialità ed il cliente lo deve avere ben presente. Il suo pezzo lo avrà lui e solo lui.

Per me è un punto irrinunciabile e mi lascia sempre quel margine di personalizzazione basilare per continuare ad amare ogni giorno il mio lavoro creativo.

 

Quali sono i tempi della creazione?

In linea di massima si inizia a lavorare alla nuova collezione circa 6 mesi prima dell'uscita, almeno io mi muovo così.

Inizio a stendere nuove idee, compatto il campionario e poi si parte con le foto.

Per la mia ultima collezione la campagna vendita è partita da un mesetto circa in modo concreto ma il tutto era pronto già da mesi ed il processo creativo è partito 3 mesi prima. Già in questo periodo sto appuntando idee, schizzi e bozzetti per gli spot delle prossime collezioni. Ma ripeto, questo è il modo in cui lavoro io, la fortuna di essere indipendenti è che puoi gestirti un po' come meglio credi. Però bisogna considerare che per far sì che i negozi abbiano la merce a metà settembre la campagna deve partire all'inizio di agosto circa. 

Questo è il modo in cui affronto io la preparazione, ma nel fashion system spesso tutto funziona con tempi di anticipo più ampi.

 

Che importanza ha l'evento dove si presenta la nuova collezione?

Determinante.

Per la collezione FLUX la scelta è ricaduta su "So critical so fashion", fiera dedicata alla moda critica e alle piccole realtà attente all'ambiente, che si tiene a Milano. Per me è l'evento ideale, perché sposa perfettamente il mio modo di concepire la moda. Ricordo che la pelle che uso per i gioielli è di recupero, sia essa proveniente da scarti di lavorazione o da fondi di magazzino. In questo modo una materia preziosa non va sprecata.

Confesso che molte dinamiche, soprattutto quelle più vicine al marketing sono per me ancora sconosciute. Non solo, l'atipicità commerciale del mio modo di lavorare credo meriti metodologie del tutto fuori dagli schemi classici. Non sono un'azienda, faccio tutto da sola e questo deve emergere anche nell'immagine generale perché non bisogna mai fingere di essere qualcosa di diverso. 

La sfida? Far emergere sempre più il mio concetto di creatività, la passione smisurata per questo lavoro e la dedizione totale a questo mondo stupendo. Durissimo ma bellissimo.

 

A cura di Silvia Bertolini


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